Amatissima dagli appassionati di auto storiche, la Lancia Fulvia Coupé ha visto diverse versioni e in questo caso trattiamo la 5 marce che arriva nel settembre 1970 e quella di maggior cubatura, la 1.6 HF Lusso. La calandra e il paraurti perdono l’andamento curvilineo per una migliore coerenza con il resto delle linee tese mentre lo specchietto retrovisore è spostato sulla portiera, in ossequio ai nuovi regolamenti che ne impongono il raggiungimento dal posto di guida, perdendo così quella collocazione sul parafango che ne rendeva l’aspetto quasi avulso da tutto il resto. Meno riuscita la sostituzione delle scritte in coda, perché quelle in corsivo della prima serie hanno un aspetto prezioso, come anche la definizione dei cerchi ruota: anche in un tempo dove l’abbandono delle borchie cromate è quasi un ordine crediamo che la Lancia avesse ancora un carisma tale da poterle conservare. Il nuovo disegno non è brutto ma banale si e per fortuna che erano disponibili a richiesta i magnifici cerchi Cromodora in lega leggera da 6 pollici delle HF 1,6 che, se montati, portavano l’estetica della Fulvia Coupé seconda serie verso la perfezione. All’interno, invece, cambia l’impianto di climatizzazione, il volante è nuovo e il rivestimento del pianale resta in gomma mentre la moquette diventa optional.
Ma è la meccanica a cambiare molto. parte la già citata adozione della quinta marcia, gli interventi si concentrano sui freni e sull’impianto elettrico: si adotta un servofreno molto più adatto alla bisogna rispetto a quello, troppo piccolo, montato sulla Rallye 1,3 S, poi l’alternatore, i fari allo iodio, il tergicristallo a due velocità con lavavetro elettrico, il contagiri elettronico e l’elettroventola per il radiatore.