Il CMAE sulla legge di stabilità: rischia di distruggere un intero settore economico, come per la nautica

Marco Galassi, presidente del C.M.A.E., risponde alle nostre domande. Il Club Milanese si sta impegnando presso la Regione Lombardia per rendere più semplice l’identificazione delle auto storiche

Il CMAE sulla legge di stabilità: rischia di distruggere un intero settore economico, come per la nautica

Si sta decidendo in queste ore in Senato il destino delle auto ventennali e, in parte, del concetto stesso di automobilismo storico. Sul web già girano notizie che la Legge di Stabilità sarà approvata così come è arrivata dalla Camera anche al Senato, e dunque che i giochi sono ormai fatti. Dall’ASI filtrano voci che danno per persa la battaglia. In realtà non c’è nulla di definitivo finché il provvedimento non sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. E in Italia è sempre meglio aspettare la bandiera a scacchi prima di dare per definita la cosa.

 

Nel frattempo però noi di Automobilismo d’Epoca abbiamo deciso di portarci avanti chiedendo un parere sul futuro che si prospetta a Marco Galassi, presidente di uno dei Club più importanti d’Italia, il C.M.A.E. (Club Milanese Automotoveicoli d’Epoca).

 

-         Presidente, se la Legge di Stabilità dovesse abolire il concetto di auto ventennale cosa comporterebbe per un Club come il vostro?

“Ritengo ci siano due piani di lettura: il fattore economico e la passione. Per quanto riguarda il primo, è chiaro che i sodalizi che si sono strutturati di più a seguito delle agevolazioni fiscali dovranno ridimensionarsi; non è, per fortuna, il caso del C.M.A.E.  Queste novità però di certo impediranno a molti di entrare nel giro: pensiamo ai giovani appassionati, che finora potevano comprarsi un’automobile di vent’anni, anche di valore economico modesto, contando sulle agevolazioni. Ora avranno molte più difficoltà. Non è che sempre si diventa collezionisti partendo dalla Ferrari.”

 

-         Perché dice che le novità non vi toccheranno più di tanto?

“Sinceramente  più che un’affermazione è una speranza. Il C.M.A.E. è nato nel 1959, e questo fa sì che in tutti questi anni di attività abbia raccolto attorno a sé un gran numero di Soci e appassionati 'di vecchia data',  generalmente proprietari di auto con oltre 30 anni di anzianità.  La maggior parte delle auto presenti nel nostro sodalizio ha tra i 40 e 60 anni con punte fino ai 100 anni di anzianità. Al momento il C.M.A.E. conta su circa 1900 soci, con 5/6.000 tra auto e moto; ogni anno registriamo un 'ricambio fisiologico' di circa  100/150 Soci che escono e altrettanti nuovi che entrano. Se dovesse venire approvata la legge così com’è stata prospettata, anche noi probabilmente dovremo prevedere un calo di Soci ma crediamo che questa perdita possa essere contenuta in un numero accettabile. Le assicuro comunque che il vero problema non è 'quanti' soci eventualmente dovremmo perdere ma 'quali' soci. La maggior parte di essi sarà certamente costituita da soci giovani che avranno difficoltà ad avvicinarsi al nostro mondo. Questo non è un problema economico ma generazionale".

 

-         Cosa succederà alle auto che adesso godono delle agevolazioni?

“È facile immaginare che qualcuno si rassegnerà a pagare il bollo, ma molti le venderanno all’estero o le rottameranno. Bisognerà vedere cosa faranno le Regioni, ma è difficile immaginare che tutte seguano l’esempio della Lombardia dove le auto con più di 20 anni pagano un bollo simbolico soltanto se circolano. E poi è da valutare cosa faranno le assicurazioni. Di certo all’estero si fregheranno le mani, anche perché in Italia non c’è la possibilità di pagare certe cifre. Non è un’auto di vent’anni, ma 80.000 euro per una Giulietta, com’è accaduto a Padova, li può spendere un tedesco, non certo un italiano.”

 

-         Il C.M.A.E. è federato ASI. Il presidente Loi dice che anche le auto storiche creano un indotto di valore, che scomparirà con questa legge creando ulteriore povertà. Lei cosa ne pensa?

Penso che Loi in questo caso abbia assolutamente ragione, e glielo dice uno che è stato spesso “critico” nei confronti dell’attuale Dirigenza ASI. Qui si sta facendo la stessa cosa che si è fatta con la nautica: a forza di criminalizzare i proprietari di barche, si è uccisa un’intera industria. Penso a quei piccoli cantieri che occupavano 4/5 persone, tra cui magari il meccanico che manteneva efficiente i motori, il decoratore che dipingeva la barca o l’elettricista per gli impianti. Tutte figure che adesso non hanno lavoro. Oggi le barche sono in Croazia, in Francia dove si sorride pensando alle scelte fatte dal nostro Governo; nessuno pensa di difendere gli evasori fiscali, ma qui ormai se uno anche ha un passato cristallino, scappa dalla nautica per paura di essere considerato un criminale. Lo Stato si è comportato con i proprietari di barche come quello che butta via il bambino con l’acqua sporca, e ora si rischia di fare lo stesso con le auto storiche.”

 

-         Cosa si può fare per salvare la situazione?

“Le soluzioni possono essere diverse. Noi del C.M.A.E. abbiamo proposto alla Regione Lombardia, che per il 2015 pare voler mantenere tutta la materia come nel 2014, quindi con esenzioni per le auto anche ventennali, di istituire un bollino colorato con una 'H' dentro, che sia ben visibile alle Forze dell’Ordine. Questo perché spesso gli stessi agenti di polizia, non sanno esattamente com’è regolamentata la materia e si rischia di punire chi è in regola e viceversa. Così invece, una volta stabiliti i criteri di regolamentazione, questo aiuterebbe a identificare immediatamente chi può circolare e chi no. C’è poi da valutare, visto che adesso c’è il federalismo fiscale, come si comporteranno le Regioni nei confronti delle auto euro 0 o euro 1. Mi spiego: se lo stato mi obbliga a pagare 1000 euro di bollo per la mia BMW 850 di 21 anni, in base a quale norma la Regione può impedirmi di circolare? Siamo sicuri che la Regione abbia titolo per decidere questa cosa?”

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