Forse, quindi, non è da escludere che, se si dovessero ingrossare le fila delle regioni contrarie a questa norma, il Governo non faccia addirittura un dietrofront. Ma è presto per parlarne. Intanto, le amministrazioni regionali sono al lavoro, così come il Veneto che ogni anno ospita l’evento più importante d’Europa per le auto d’epoca, la Fiera di Padova. “Da mesi, anche in contatto con alcune associazioni di collezionisti, stiamo seguendo con attenzione l’abolizione delle agevolazioni prevista dalla Legge di stabilità – prosegue Ciambetti – e, per quanto mi riguarda, ho avviato l’iter con i miei uffici per tutelare i proprietari di automobili storiche al fine di mantenere l’imposta entro limiti contenuti, ovviamente fissando delle prescrizioni, per altro in sintonia con quanto stanno facendo le altre Regioni. I nostri uffici si sono già confrontati con quelli lombardi per avanzare soluzioni analoghe”.
“L’Asi, l’Associazione delle auto storiche italiane – conclude Ciambetti –, aveva segnalato questo rischio prevedendo che solo il 10 per cento dei proprietari dei veicoli interessati avrebbe pagato la stangata. I benefici per le casse pubbliche, quindi, non sarebbero stati così evidenti, mentre certi sono i danni arrecati a un settore che alimenta un mercato non marginale, dalla manutenzione alle riparazioni, dalle fiere ai mercati specializzati, per non parlare dei raduni turistici. Si rischia, insomma, di mandare in tilt tutto l’indotto e con la situazione economica attuale non mi sembra una mossa azzeccata. Potrebbe ripetersi il flop accaduto con la nautica, quando vedemmo buona parte delle imbarcazioni migrare per motivi fiscali nei Marina croati”.
Il paragone con la nautica è già emerso per voce del presidente del CMAE (qui sul sito) ed è causa di ulteriore preoccupazione per noi, appassionati innanzitutto ed anche come operatori del settore.