27 February 2023

Autobianchi Y10: l'utilitaria chic

La capostipite di un modello ancora oggi in produzione è stata un successo grazie a tre ingredienti fondamentali: la praticità di un’utilitaria, una linea fuori dagli schemi e la giusta dose di eleganza, in genere sconosciuta a questo genere di vetture

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Questa è storia recente. Anche i più giovani - la cui presenza nel mondo delle auto d’epoca è in costante aumento - hanno ricordi “freschi” di questa piccola-grande automobile che ha rivoluzionato il segmento delle utilitarie nel pieno dei mitici anni Ottanta.

La sua prima apparizione ufficiale ci riporta alla primavera del 1985 al Salone di Ginevra. L’Autobianchi Y10 nasce per sostituire la A112 (che rimane in vendita fino al 1986) e per proseguire quella straordinaria tradizione di utilitarie cominciata con la piccola Bianchina quasi quarant’anni prima. In Italia e in Francia, la Y10 mantiene il marchio di fabbrica Autobianchi, mentre negli altri mercati è commercializzata dalla Lancia.

Al lancio della Y10, l’allora amministratore delegato della Fiat Auto, Vittorio Ghidella, sottolinea subito l’obiettivo di questa vettura: essere una utilitaria di lusso, non una scatola su ruote: confortevole, fuori dell’ordinario, funzionale. Avrebbe dovuto attirare un vasto pubblico, partendo dalla clientela con modeste possibilità economiche fino ad accogliere le pretese dei più abbienti.

Ecco, quindi, una prima campagna pubblicitaria geniale, con lo slogan “Y10, piace alla gente che piace”. Ed ecco che la “Y” porta a spasso i più noti personaggi sportivi e dello spettacolo, la gente si immedesima e la vettura va via come il pane.

Motore Fire

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Così com’era accaduto con la Primula nel 1964, quando Fiat fa sperimentare alla nuova Autobianchi l’inedita trazione anteriore, anche la Y10 è una sorta di “laboratorio” per introdurre alcune novità tecniche. In primis, il motore Fire, una mini-rivoluzione nel settore, montato per la prima volta proprio sulla Y10.

E’ un motore del tutto nuovo. Il suo nome è acronimo di “Fully Integrated Robotized Engine”, in riferimento ai metodi di produzione automatici e robotizzati con i quali è stato ideato e costruito. La progettazione del Fire inizia nel 1980 (in virtù di un accordo siglato da Fiat e Peugeot) e in seguito comporta la costruzione di un nuovo impianto produttivo a Termoli. Tra le caratteristiche più importanti spiccano la riduzione dei pezzi che lo compongono (273 contro i 368 del vecchio 903 cc), dimensioni e peso contenuti (pesa 69 kg), basso consumo e manutenzione facilitata. Il motore Fire ha il monoblocco in ghisa, la testata in lega leggera e la distribuzione con albero a camme in testa azionato direttamente dall’albero a gomiti tramite cinghia dentata (spariscono quindi aste e bilancieri del 903).

L’Autobianchi Y10 sarà prodotta per ben dieci anni, dal 1985 al 1995, in tre serie: la prima dal 1985 al 1989, la seconda dal 1989 al 1992 e la terza dal ’92 al ’95.

Portellone verticale: CX 0,31

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Come anticipato, tra le principali caratteristiche della Y10 spicca l’innovativa linea a cuneo. I primi studi su questa utilitaria si possono far risalire al 1978, quando il Centro Stile Fiat coinvolge Giugiaro e Pininfarina per definire una possibile alternativa alla A112. Nel 1981 anche il Centro Stile Fiat completa una sua proposta e realizza il primo modello in polistirolo che traccia le linee definitive. Dal luglio 1982 al settembre 1984 si sussegue una serie infinita di modifiche e perfezionamenti che portano alla realizzazione del prototipo “0” definitivo.

La linea a cuneo, il frontale basso e largo, i fari trapezoidali, lo scudo paraurti in resina, le ampie superfici vetrate, la coda tronca e quel particolare portellone verticale verniciato nero opaco – così fatto per mantenere rastremata la coda a vantaggio del CX e per non sacrificare l’abitabilità - sono certamente gli elementi di spicco della Y10.

Il coefficiente di forma, il famigerato CX, ha un valore di 0,31 ed è fra i più bassi della categoria. I vetri incollati, montati a filo esterno, e la guarnizione di sigillo nelle zone di raccordo neutralizzano fastidiosi fruscii e rumori.

Le serie e le versioni

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La commercializzazione della Autobianchi Y10 comincia il 26 marzo 1985 con le versioni Fire, Touring (con il motore 1.050 cc di derivazione Fiat 127) e Turbo (stesso motore della Touring ma sovralimentato). Un anno più tardi l’allestimento della Fire si impoverisce, dando vita a una nuova versione “base”, mentre la precedente è proposta come Fire LX. Verso la fine dello stesso anno nasce la 4WD, con motore Fire e trasmissione integrale a inserimento elettropneumatico e con ruote posterori libere. Nel 1987 sono commercializzati i modelli speciali Fila, Martini e Missoni. Nel 1988 esce di produzione la serie Martini, mentre i modelli Touring e Turbo sono dotati di un allestimento arricchito. Nel 1989 esce di produzione la Missoni. Con il termine della produzione per le versioni Fire, Fila, LX, Touring e Turbo, entra in scena la seconda serie.

Primo restyling nel 1989

Nell’aprile 1989 la Y10 si presenta con un restyling che comprende indicatori di direzione anteriori con plastiche bianche, quelli posteriori (come le luci di retromarcia) le hanno grigie. I copriruota hanno un nuovo disegno. All’interno, il quadro strumenti è più moderno, il volante è regolabile in altezza (versione Fire esclusa), l’impianto di climatizzazione ha il ricircolo dell’aria. I pannelli porta hanno un nuovo disegno e includono pulsanti degli alzacristalli e predisposizione per gli altoparlanti. Il divanetto posteriore ha lo schienale modificato per aumentare il vano bagagli.

A livello tecnico sono introdotte le nuove motorizzazioni di 1.100 cc con iniezione single-point e accensione senza contatti, e di 1.300 cc con iniezione multi-point. La gamma è quindi formata ora da quattro versioni: Fire 999 cc, LX i.e. (1.108 cc a iniezione single-point), GT i.e. (1.300 cc a iniezione multi-point) e 4WD i.e. (con il motore della LX).

Nel 1990 la Selectronic

Nel novembre 1990 debutta invece la Y10 Selectronic con motore Fire 1.100 SPI e trasmissione automatica ECVT con variazione continua. Anche per la seconda serie non mancano alcune versioni speciali: nel 1991 è il momento della “Mia”, con colori esterni metallescenti abbinati agli interni in Alcantara, e la “Ego”, con rivestimenti in pelle Frau. Nella primavera 1992 si aggiungono le versioni 1.1 (con il modello speciale Avenue dotato di portellone verniciato in tinta con la carrozzeria) e 1.3 catalizzate.

Terza serie nel 1992

Nel settembre 1992, la Autobianchi Y10 si rifà il look pesantemente. Con la terza e ultima serie cambia fuori e dentro. Il frontale è completamente ridisegnato, nuove le ruote (canale da 5 pollici anziché 4,5) e nuovi gli specchi retrovisori esterni (disponibili anche con regolazione elettrica), così come i gruppi ottici posteriori; i tergicristalli sono carenati, il porta targa posteriore è spostato nella parte inferiore del paraurti. All’interno la plancia portastrumenti ha un disegno diverso ed è arricchita nelle dotazioni.

Il motore base è il Fire 1100 con sistema di iniezione single-point e accensione Monomotronic. Il cambio meccanico a 5 rapporti è di nuova generazione (rimane anche la versione Selectronic con cambio automatico continuo), mentre le sospensioni sono oggetto di una sostanziale revisione ai fini del comfort e della tenuta di strada. Sono mantenute le versioni 1.3 (fino al 1994) e 4WD.

La gamma delle versioni si amplia ed è composta da sette modelli: 1.1 i.e., 1.1 Elite, 1.1 Avenue, Selectronic, Avenue Selectronic, 1.3 Elite, 4WD e la speciale Mia.

Scheda tecnica AUTOBIANCHI I SERIE Y10 FIRE

Motore

Anteriore trasversale, 4 cilindri in linea, cilindrata 999 cc, alesaggio e corsa 70x64,9 mm, rapporto di compressione 9,8:1, distribuzione monoalbero a camme in testa, 2 valvole per cilindro, alimentazione con carburatore Weber 32 TLF/250, potenza massima 45 CV a 5.000 giri Trasmissione

Trazione anteriore, frizione monodisco a secco, cambio a 5 rapporti sincronizzati. Corpo vettura Carrozzeria portante, 2 volumi 3 porte. Sospensioni anteriori con schema McPherson, bracci oscillanti, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici telescopici Sospensioni posteriori ad assale rigido con incernieramento centrale, bracci di reazione longitudinali, ammortizzatori idraulici telescopici. Freni, anteriori a disco, posteriori a tamburo, doppio circuito idraulico. Sterzo a cremagliera. Pneumatici anteriori e posteriori 135/80 SR 13. Dimensioni (in mm) e peso Interasse 2.159 Carreggiata anteriore 1.281 Carreggiata posteriore 1.277 Lunghezza 3.392 Larghezza 1.507 Altezza 1.420 Peso in ordine di marcia 720 kg Prestazioni

Velocità massima 145 km/h.

AUTOBIANCHI I SERIE Y10 TOURING

Come Autobianchi Y10 Fire tranne:

Motore: cilindrata 1.049 cc, alesaggio e corsa 76x57,8 mm, rapporto di compressione 9,5:1, potenza massima 55 CV a 5.850 giri, alimentazione con un carburatore Weber 32 ICEV 55/250 Dimensioni e peso: peso a vuoto 750 kg Prestazioni: velocità massima 155 km/h

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