Land Rover 80 Series One: sbagliando si impara

Land Rover 80 Series One:  sbagliando si impara

Anche il ventenneBen Goslinera costretto ad arrangiarsi, suo malgrado: egli osservava “gli unici attrezzi a disposizione erano sparsi sul pavimento dell’officina: martelli, pinze, seghe, oltre ad alcune piegatrici per lamiere”. E mentre li osservava, si chiedeva se fosse stato davvero in grado, con essi, di mettere insieme un’automobile, con “idisegni di progettoabbozzati sucarta di recupero, alcuni senza neppure le misure quotate. “Ci venne detto di fare quello che potevamo”. Glielo avevano dettoMauriceeSpencer Wilks, i due fratellidirigenti della Rover: Goslin e qualche altro giovane come lui avrebbero dovuto costruire una sorta direplica della Jeep Willys. I due fratelli avevano infatti convinto la dirigenza ad acquistare alcune Jeep usate, smontarle per verificare la fattibilità dell’idea, realizzando a mano un prototipo in officina.Il1° maggio 1947, Goslin come altri operai, stava festeggiando con un retrogusto amaro: proprio nel giorno della Festa del Lavoro, ilconsiglio di amministrazione della Rover Cars Co. Ltd.fu informato del fatto che gli stabilimenti avevano lavoro per soli 4 giorni ogni due settimane. La situazione economica era difficile,mancavano le materie prime, in particolare l’acciaio, che era assegnato dallo Stato, ma laRoveraveva una priorità modesta perchéesportava poco. In quel periodo di dopo guerra non c’era infatti richiesta di berline medie come le Rover, che faceva una fatica tremenda a riconvertire la produzione. Di Willys rimaste dalla guerra ce n’erano invece parecchie, in Inghilterra. Ecco allora l’idea direalizzare un veicolo simile, mada lavoropiù che militare, con motore e trasmissione della Rover P3, per fare in qualche maniera da “tappabuchi”. Invece questo mezzo avrà un successo tale che, quella che inizialmente venne chiamata “Landrover”, diventerà un marchio a se stante, guadagnando un trattino per diventare Land-Rover. Se ne produrranno talmente tante, che sarà più lei a mantenere la Rover che non viceversa.

Anche il ventenneBen Goslinera costretto ad arrangiarsi, suo malgrado: egli osservava “gli unici attrezzi a disposizione erano sparsi sul pavimento dell’officina: martelli, pinze, seghe, oltre ad alcune piegatrici per lamiere”. E mentre li osservava, si chiedeva se fosse stato davvero in grado, con essi, di mettere insieme un’automobile, con “idisegni di progettoabbozzati sucarta di recupero, alcuni senza neppure le misure quotate. “Ci venne detto di fare quello che potevamo”. Glielo avevano dettoMauriceeSpencer Wilks, i due fratellidirigenti della Rover: Goslin e qualche altro giovane come lui avrebbero dovuto costruire una sorta direplica della Jeep Willys. I due fratelli avevano infatti convinto la dirigenza ad acquistare alcune Jeep usate, smontarle per verificare la fattibilità dell’idea, realizzando a mano un prototipo in officina.

Il1° maggio 1947, Goslin come altri operai, stava festeggiando con un retrogusto amaro: proprio nel giorno della Festa del Lavoro, ilconsiglio di amministrazione della Rover Cars Co. Ltd.fu informato del fatto che gli stabilimenti avevano lavoro per soli 4 giorni ogni due settimane. La situazione economica era difficile,mancavano le materie prime, in particolare l’acciaio, che era assegnato dallo Stato, ma laRoveraveva una priorità modesta perchéesportava poco. In quel periodo di dopo guerra non c’era infatti richiesta di berline medie come le Rover, che faceva una fatica tremenda a riconvertire la produzione. Di Willys rimaste dalla guerra ce n’erano invece parecchie, in Inghilterra. Ecco allora l’idea direalizzare un veicolo simile, mada lavoropiù che militare, con motore e trasmissione della Rover P3, per fare in qualche maniera da “tappabuchi”. Invece questo mezzo avrà un successo tale che, quella che inizialmente venne chiamata “Landrover”, diventerà un marchio a se stante, guadagnando un trattino per diventare Land-Rover. Se ne produrranno talmente tante, che sarà più lei a mantenere la Rover che non viceversa.