La Renault non colse l’occasione, ma il carrozziere ebbe un’inattesa opportunità nel settembre 1957, quando la Fiat lo comprese fra i 12 destinatari di altrettante scocche della neonata Nuova 500, da carrozzare entro la data del Salone di Torino per suscitare interesse attorno al modello che stentava a imporsi. Le piccole fuoriserie presentate alla rassegna torinese da Canta, Francis Lombardi, Frua, Monterosa, Moretti, Pinin Farina, Siata, Savio, Vignale, Viotti e Zagato ottennero lo scopo desiderato, ma alla fine trovarono scarsi riscontri sul piano commerciale. La proposta più intelligente apparve dunque la Nuova 500 da spiaggia di Ghia, l’unica che ottenne un concreto e duraturo successo di vendite. L’inedita bicilindrica conservò molti elementi della Nuova 500 serie in una trasformazione che potrebbe apparire semplice, ma implicò la soluzione di un importante problema strutturale perchè la scocca auto-portante, privata del tetto, perdeva rigidità. Ghia lo risolse alzando i brancardi (i fascioni sottoporta), introducendo elementi aggiuntivi nei punti più sollecitati e irrobustendo i montanti del parabrezza. Eseguì il lavoro con gran maestria e sicuro buon gusto, condizioni essenziali per evitare che la soppressione delle porte e del tetto facesse assumere alla vetturetta l’aspetto rozzo e incompiuto di un veicolo tagliato a metà.