Mercedes 190

Soprannominata “Baby-Benz”, è stata la prima a proporre le qualità tipiche del marchio in un segmento inferiore al solito. Qualità che si apprezzano ancor oggi, su una “storica” affidabile e senza problemi

Trasformare un problema in un business è il sogno di ogni imprenditore. La cosa è riuscita alla Mercedes-Benz nei primi anni ’80, quando si trovò a dover superare le conseguenze di una legge ambientale penalizzante. La vicenda era partita un decennio prima, quando i paesi occidentali avevano adottato politiche di austerity per reagire alla crisi petrolifera a seguito della guerra del Kippur (1973). Erano state approvate leggi come il Corporate Average Fuel Economy (emanato dal Congresso americano nel 1975) che imponevano alle Case automobilistiche di ridurre il consumo di carburante e le emissioni inquinanti. In più si era stabilito un limite medio di consumo per flotta: un bel guaio per le Case come Daimler-Benz, che avevano concentrato la produzione su modelli di cubatura elevata. A Stoccarda presero allora una decisione storica: allargare la gamma verso il basso. Così si pensò a una nuova berlina, più vicina al segmento delle medie e moderata nel consumo, ma senza rinunciare alle caratteristiche di prestigio del marchio, soprattutto come qualità e sicurezza. A Siviglia, nel novembre del 1982, fu così presentata la Mercedes 190, contraddistinta dal numero di serie W 201.

Designer italiano

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Uno dei numerosi bozzetti realizzati prima di arrivare alla soluzione definitiva

La linea della nuova Mercedes era classica (tre volumi) ma accattivante: moderna, pulita ed elegante. La “baby-Benz”, come fu soprannominata, era anche un po’ italiana: il designer era Bruno Sacco. Eccezionale per l’epoca il coefficiente di penetrazione aerodinamica: grazie al Cx di 0,33 e al peso abbastanza contenuto (1.160 kg), la Casa tedesca riuscì a centrare l’obiettivo di limitare i consumi.

L’impostazione meccanica era tradizionale: motore anteriore longitudinale, trazione posteriore; dapprima fu disponibile soltanto con due motori due litri a benzina monoalbero, con alimentazione a carburatore (90 CV) o iniezione (122 CV). Innovative erano le sospensioni posteriori, con uno schema bracci oscillanti multipli ancorati alla scocca: ogni ruota era guidata da cinque puntoni indipendenti, un bel passo avanti rispetto ai sistemi delle concorrenti, che favoriva la sicurezza di marcia e il confort e divenne un punto di riferimento per tutti. Accolta molto bene dal mercato, la Mercedes W 201 rimase in produzione fino al 1993.

Da 2 a 1,8 litri

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Nel tempo a Stoccarda resero ancora più accessibile la vettura riducendo la cilindrata base nel 1990 da 2.0 a 1.8, per motivi fiscali in Germania e anche in Italia. Tuttavia la 190 1.8 E non era vista come una “parente povera”: montava infatti un ottimo motore a iniezione da 80 kw-108 CV che puntava sull’ottima elasticità di marcia. Interni e finiture erano soddisfacenti, il confort di marcia eccezionale, con uno sterzo leggero ma abbastanza preciso.

Costava circa 30 milioni di lire, quasi il 50% in più di un’Audi 80 di analoga cilindrata, oltre il 20% in più di un’Alfa 75 e qualcosa in più anche della rivale BMW 318i; e per la catalizzata servivano almeno un paio di milioni in più.

L’auto che abbiamo fotografato è proprio una Mercedes 190 1.8 E, immatricolata nell’Agosto 1991. Appartiene da sempre a Stefano Zambernardi di Collecchio (PR), autotrasportatore. Il nostro conserva ancora la fattura d’acquisto, che ci ha mostrato: la sua Mercedes è costata 30 milioni 730mila lire. Non ha la marmitta catalitica, usava allora la benzina super. Gli optional presenti sono: l’alzacristalli elettrico anteriore, la chiusura centralizzata, l’autoradio ed il bracciolo anteriore. Va detto che la Casa di Stoccarda permetteva di arricchire la vettura con una lunga serie di accessori, alcuni innovativi come air-bag lato guida, differenziale autobloccante (ASD), sistema antibloccaggio dei freni (ABS); altri capaci d’impreziosire l’allestimento come interno in pelle o in velluto, regolazione elettrica del sedile (lato guida anche con memoria), tetto apribile elettrico, sospensioni posteriori autolivellanti; altri usuali come cambio automatico, cerchi in lega, condizionatore e così via. Oggi la macchina conta soltanto 104mila km ed è del tutto originale, sia per la vernice blu scuro (sigla 904), sia per gli interni in tessuto e moquette (blu 062), sia per la meccanica. Zambernardi cura personalmente l’auto, provvedendo direttamente ai lavori più semplici.

Manutenzione semplice

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Gli interventi che eccedono l’ordinaria manutenzione in tutti questi anni sono stati minimi. Abbiamo scorso il libretto dove il proprietario annota i lavori e abbiamo trovato: sostituzione del terminale della marmitta, cinghia di servizio a 80mila km, calotta e ruttore dello spinterogeno a 103mila km e, a settembre 2015, sostituzione dei quattro iniettori. L’unico lavoro di carrozzeria è stato il rimpiazzo di fascione e passaruota anteriori sinistri, danneggiati dallo scoppio accidentale di un pneumatico. Nessun problema a rintracciare i ricambi. Gli interni sono perfettamente conservati; l’unico difetto notato dal proprietario riguarda i pannelli delle porte: il rivestimento è intatto, ma si è un po’ scollato: poca roba. Insomma la vettura non sembra dare problemi e si può usare comodamente in ogni condizione di traffico.

Stefano Zambernardi è orgoglioso della sua Mercedes: ne apprezza l’eleganza, il comfort, la qualità dei materiali e la meccanica. Gli unici appunti li muove al volante non regolabile in altezza e al bagagliaio poco spazioso in profondità (“per ragioni di sicurezza il serbatoio benzina è collocato fra i sedili posteriori e la paratia del vano”). L’eleganza e la qualità sono da Mercedes; l’unica riserva è per “il cruscotto un po’ spartano, anche se la strumentazione è completa”.

Scheda tecnica MERCEDES 190 1.8 E (1990-1993)

Motore anteriore longitudinale, testa in lega leggera, 4 cilindri in linea, albero motore su 5 supporti, alesaggio e corsa 89x72,2 mm, cilindrata 1797 cc, rapporto di compressione 9:1, potenza 109 Cv (105 versione catalizzata) Din a 5.500 giri, coppia 15,3 kgm a 3.700 giri, distribuzione mono albero in testa (catena), punterie idrauliche, 2 valvole per cilindro; alimentazione iniezione Multi-Point; filtro dell’aria a secco, cartuccia; raffreddamento ad acqua a circolazione forzata; lubrificazione forzata con filtro; accensione a spinterogeno senza contatti; impianto elettrico 12V, alternatore 770 W, batteria 62 Ah Trasmissione Trazione posteriore; frizione monodisco a secco, comando idraulico; cambio manuale a 4 o 5 rapporti, oppure automatico Mercedes-Benz a 4 rapporti; rapporti cambio manuale: I 3,91, II 2,17, III 1,37, IV 1:1, V 0,81, RM 3,78; coppia conica ipoide, rapporto al ponte: 3,46 (3,64 con cambio a 4 marce); a richiesta differenziale autobloccante automatico; pneumatici 185/65-15, cerchi 6Jx15” Corpo vettura Carrozzeria portante, berlina 3 volumi, 4 porte, 5 posti; sospensioni anteriori e posteriori a ruote indipendenti con molle elicoidali, ammortizzatori telescopici e barre antirollio; avantreno con triangoli oscillanti trasversali, retrotreno a bracci multipli; sterzo a circolazione di sfere con servocomando; freni a disco sulle quattro ruote, con servocomando (a richiesta antibloccaggio ABS Bosch), freno a mano sulle ruote posteriori; capacità serbatoio benzina: 55 litri Dimensioni (in mm) e peso Passo 2.665 Carreggiate ant/post 1.440/1.420 Lunghezza 4.450 Larghezza 1.690 Altezza 1.375 Peso a vuoto: 1160 kg Prestazioni Velocità massima 185 km/h in IV (catalizzata: 183 km/h; automatica: 180 km/h) Consumo urbano - 90 km/h - 120 km/h (l/100 km): 11,2 - 6,8 - 8

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