Le prime modifiche arrivano già nel 1968, quando la Ro 80 riceve il premio “Car of the Year” da una qualificata giuria di giornalisti internazionali: cambia il disegno dei pannelli porta e vengono praticati dei fori di ventilazione nei longheroni sottoporta in funzione anticorrosione.
Nel 1969 la ventola del radiatore diventa in plastica rossa abbandonando l’alluminio e sono disponibili in opzione proiettori supplementari con lampade alogene. Il 1970 è l’anno delle modifiche al motore che ne migliorano di molto la durata.
Una breve premessa renderà più comprensibili gli interventi effettuati dagli ingegneri della VW: gli elementi di tenuta tra le cuspidi del rotore e la superficie dello statore (i “segmenti” del Wankel cui già abbiamo accennato) sono formati da tre parti che inizialmente sono in grafite, materiale molto leggero, autolubrificante ma fragile. Esaminando i motori sostituiti in garanzia ci si accorge che è su questi elementi che bisogna agire e si sostituisce la grafite, dopo vari tentativi con diversi materiali, con una lega molto più resistente, di ferro e titanio, denominata Ferrotic. Parallelamente si riduce il numero delle candele per ogni statore da due a una, si adotta un nuovo impianto di accensione a scarica capacitiva e si ridisegna in parte l’impianto di raffreddamento per migliorarne l’efficienza.
Immediatamente riconoscibile, questa versione molto migliorata, dai doppi fari anteriori (sotto un unico vetro piatto) al posto di quello singolo ovale, dalla mascherina in plastica anziché in alluminio e dalla maniglia cromata sul coperchio del bagagliaio; tutte modifiche eseguite dagli stilisti VW e detestate da Luthe perché in effetti le nuove componenti anteriori non si collegano più armoniosamente con la nervatura della fiancata e la maniglia disturba la pulizia della linea della coda; modifica poco visibile ma utile, l’intermittenza al tergicristallo.
Nel 1972 la raffinatezza costruttiva aumenta ancora con i bracci delle sospensioni anteriori in alluminio anziché in ghisa, starter automatico al carburatore e centralina dell’accensione elettronica spostata in posizione più protetta sul parafiamma (prima era all’interno del parafango anteriore sinistro). Nel 1973 vengono adottati sedili anteriori identici a quelli dell’Audi 100, privi della regolazione in altezza a cui la Ro 80 aveva abituato la clientela; nel contempo vengono modificati i freni anteriori ed i semiassi. 1974: poco da segnalare, solo la vaschetta di espansione dell’impianto di raffreddamento in materiale plastico trasparente e nuovo alternatore con regolatore di tensione incorporato.
Primo e unico restyling della Ro 80 in Agosto del 1975: si tratta di qualcosa di molto discreto che si propone di ammodernare una linea che non ne ha bisogno. Per dovere di cronaca segnaliamo fanalini molto più estesi in coda comprendenti il retronebbia e collegati tra loro da un profilo cromato, logo “cubitale” sul coperchio del bagagliaio dove scompare nuovamente la maniglia, targa sopra il paraurti (non in Italia dove per poter alloggiare la nostra targa quadrata viene adottato un paraurti sdoppiato) ed estesa protezione in gomma sullo stesso che provoca un allungamento della vettura di 15 mm.
Nel 1976 in VW si pensa, per un momento, di dare un’erede più potente alla Ro 80 e in previsione di ciò si allungano i rapporti del cambio e si adotta una pompa dell’olio con maggiore portata ma quando, nel 1977 e dopo circa 37.500 esemplari, la produzione di questa magnifica berlina è sospesa, l’erede non arriverà mai.